INTERVISTE

ITALHOOP intervista Federico Mussini

 

ITALHOOP intervista Federico Mussini, prospetto “made in Italy” classe 1996 appena sbarcato in NCAA alla corte di Chris Mullin. Il Musso ha voluto raccontarci le sue prime impressioni e i nuovi obiettivi di questa esperienza americana!

Ricominciare da zero o proseguire il percorso intrapreso. NCAA o Serie A. Stati Uniti o Italia. Questa, in sostanza, la scelta che ha dovuto affrontare questa estate Federico Mussini, talento azzurro classe 1996.

Ma c’è di più: la sua struttura fisica ha generato da sempre dubbi sulla sua effettiva adattabilità al basket “del piano di sopra”, ai quali ha saputo rispondere con i fatti. Federico infatti è stato inserito nel miglior quintetto degli Europei U16 e U18, ha guidato l’Italia al mondialino di Mannheim battendo in finale gli USA, ha incantato nel Jordan Brand Classic, ha vinto il premio di MVP al Basketball Without Borders di Almada ed ha partecipato al Nike Hoop Summit di Portland nell’evento riservato ai migliori ‘96 del pianeta.

Stati Uniti, NCAA, ricominciare da zero: questa è stata la scelta del Musso e questa è l’intervista esclusiva che ci ha voluto rilasciare a pochi giorni dal suo sbarco oltre-Oceano.

 

Dal minibasket alla serie A, tutta la trafila fatta con la Pallacanestro Reggiana. Cosa ha significato e cosa significa Reggio per te?

“La Pallacanestro Reggiana è come la mia seconda famiglia: all’interno della società sono cresciuto come giocatore ma soprattutto come persona, quindi rappresenta moltissimo per me. Ho avuto la possibilità di giocare in uno dei migliori settori giovanili d’Italia e il mio impegno è stato premiato con la possibilità di giocare ed esprimermi sia in Serie A che in Europa”.

 

Ti sei messo in gioco tentando la carta NCAA, quando eri certo di avere delle possibilità di dimostrare il tuo valore in Serie A. Quali sono stati i principali motivi che ti hanno spinto ad attraversare l’oceano?

“Sicuramente la mia è stata una scelta coraggiosa, non tutti si sarebbero messi in gioco rinunciando ad un posto in uno dei roster migliori d’Italia: penso che negli States avrò maggiori possibilità di migliorare individualmente. Sarà un’esperienza unica, che mi porterò dietro per il resto della vita!”.

 

Quali sono le prime impressioni che hai avuto sulla città di New York?

“Qua mi trovo benissimo! New York è incredibile, forse è la città più bella che io abbia mai visto. Mi sono ambientato subito nonostante sia tutto diverso rispetto all’Italia e me la sto godendo tantissimo! A volte ancora non realizzo di vivere qui adesso”.

 

Nonostante la corte di parecchi college la tua scelta è caduta su St. John’s, principalmente per la presenza di un coach come Chris Mullin: qual è stato il primo impatto che hai avuto con lui?

“Poter essere allenato da Chris Mullin è un sogno! Con lui ho parlato moltissimo e mi ha dato l’impressione di puntare su di me già da quest’anno. Nonostante io sia al primo anno e abbia giocato una pallacanestro molto diversa da quella americana, avrò la possibilità di essere un pezzo importante della squadra fin da subito”.

 

Stephen Curry come idolo, il tuo fisico ed il tuo stile di gioco che lo ricordano notevolmente. Come vivi il fatto di essere sempre il più piccolo in campo? E’ davvero uno svantaggio secondo te (ricordiamo, ad esempio, la grande difesa su Goss durante gli ultimi playoff)?

“Da quando ho iniziato a giocare sono sempre stato uno dei più piccoli, se non addirittura il più piccolo, in campo, quindi mi sono abituato a giocare adattandomi al mio fisico. Credo che per molti aspetti, soprattutto in attacco, non sia uno svantaggio. In difesa invece lo è un po di più, specialmente quando mi trovo di fronte a giocatori esperti che sanno come sfruttare il loro vantaggio, ma penso di essere migliorato molto sotto questo punto di vista”.

 

Su quali aspetti del tuo gioco credi di dover migliorare maggiormente?

“Sicuramente l’aspetto fisico, ma qui si lavora moltissimo sotto questo aspetto ed inoltre c’è maggiore disponibilità di attrezzature e palestre per poter lavorare individualmente quando si vuole”.

 

Non nascondiamoci dietro un dito, sei uno dei migliori ‘96 d’Europa e del mondo (come testimoniano il Jordan Classic, il Nike Hoop Summit, etc…). Quali sono i tuoi obbiettivi a medio e lungo termine? Come vorresti si evolvesse la tua carriera?

”Tutte le manifestazioni a cui ho partecipato ed i premi che ho ottenuto sono il risultato del duro lavoro in palestra e del mio impegno. Voglio diventare il miglior giocatore possibile, ottenendo il massimo dalle mie possibilità. Onestamente non so dove arriverò, ma la certezza è che continuerò ad allenarmi dando in ogni occasione il 100%. Poi si vedrà…”.

 

Da Della Valle a Flaccadori, sono tanti gli amici che lasci in Italia. Che rapporto hai con loro? Hanno sostenuto la tua decisione di lasciare l’Italia oppure hanno provato a “tenerti” qui?

“Sono molto legato ad entrambi, sono grandissime persone oltre che grandi giocatori! Loro hanno sostenuto la mia scelta, in particolare Amedeo con cui ho parlato moltissimo riguardo la sua esperienza ad Ohio State. Mi ha dato tantissime informazioni e tantissimi consigli, spingendomi a seguire le sue orme”.

 

Il grande salto, ormai, è stato fatto. Reggio Emilia tifa per lui, l’Italia intera tifa per lui. La certezza che abbiamo è che il Musso non deluderà le aspettative riposte su di lui: non è nel suo carattere, non lo ha mai fatto. Ricominciare da zero, NCAA, Stati Uniti: ENJOY!

 

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