Europa

Il ruolo del CFBB nel basket giovanile francese

Una panoramica sul Centre Fédéral de Basket-Ball (CFBB), accademia d’élite del basket transalpino con sede all’INSEP.

Da diversi anni, la Francia ha una Nazionale di basket maschile costantemente al top nelle competizioni europee e mondiali. Dopo un lunghissimo periodo di vacche magre, negli ultimi 16 anni l’Equipe de France ha conquistato 6 medaglie: un argento olimpico (2000), un bronzo mondiale (2014), un oro (2013), un argento (2011) e due bronzi europei (2005, 2015). Pur senza un campionato nazionale di livello particolarmente alto, la generazione di Parker e Diaw è riuscita a emergere con forza, anche in NBA. Il loro successo viene da lontano, dal lavoro mirato e sistematico sui giovani prospetti da parte della Federazione francese (FFBB). Questo lavoro, questa programmazione porta un nome in particolare, quello del Centre Fédéral de Basket-Ball (CFBB).

 

Che cos’è il CFBB

Il CFBB si situa all’interno dell’INSEP (Institut National du Sport, de l’Expertise et de la Performance), organismo considerabile, per alcuni versi, come una sorta d’omologo del nostro CONI e con sede nel bois de Vincennes, polmone verde del sud-est parigino.

Lo scopo del CFBB è quello d’individuare, reclutare e crescere cestisticamente (e non solo) i migliori prospetti del basket transalpino sia maschile che femminile. Nel corso del tempo, il suo successo è stato innegabile in questo senso, come testimoniato dal numero considerevole di giocatori usciti dalle sue strutture e rivelatisi, negli anni, fra i più importanti del basket francese e – in alcuni casi – internazionale.

Questi i giocatori usciti dal CFBB negli anni relativamente più recenti e che hanno vestito la maglia della nazionale maggiore:

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Anno,Giocatore/i

1999,Mamoutou Diarra,Tony Parker

2000,Boris Diaw

2001,Ronny Turiaf

2002,Yannick Bokolo,Johan Petro

2003,-

2004,Marc Antoine Pellin

2005,-

2006,Alexis Ajinça,Abdoulaye M’Baye,Ludovic Vaty

2007,Antoine Diot,Edwin Jackson

2008,-

2009,Evan Fournier,Joffrey Lauvergne

2010,Léo Westermann

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La presenza di ragazzi del CFBB nelle nazionali giovanili è immancabile. Nella U18 laureatasi recentemente campione d’Europa, cinque giocatori su dodici sono passati per il centro (Ivan Février ne fa ancora parte), senza contare poi l’assenza giustificata della stella Jaylen Hoard, trasferitosi quest’estate negli Stati Uniti alla Wesleyan Christian Academy.

Il CFBB comprende in tutto 50 elementi, 25 ragazzi e 25 ragazze di età compresa fra i 15 e i 18 anni. Le formazioni U18 hanno la possibilità di confrontarsi costantemente col mondo senior. La squadra femminile milita nel campionato LF2 (seconda divisione nazionale) mentre quella maschile nella NM1 (terza divisione nazionale): in entrambi i casi, retrocessioni e promozioni sono bloccate per queste due formazioni. L’U18 maschile è inoltre una presenza fissa nelle fasi finali dell’Adidas Next Generation Tournament, di cui è riuscita a vincere l’edizione 2010.

 

 

Il reclutamento: modalità e criteri

La strada che porta all’élite non lascia nulla all’improvvisazione e parte da molto lontano. Per poter entrare nei Pôle Espoirs – e magari poi, da lì, nel Pôle France, ovvero il CFBB – occorre intraprendere un lungo percorso che inizia nella categoria Benjamin (11-12 anni) e che attraversa varie tappe che si avvicendano nel tempo.

  • Tournois Inter Comités (TIC) – Tornei composti da squadre selezionate su base provinciale (categoria U13) e che terminano con una fase nazionale.
  • Camps Inter Comités (CIC) – Stage di allenamenti dalla durata variabile (da due a quattro giorni) in cui vengono redatte le prime valutazioni dei giocatori (categorie U12, U13 e U14) e che possono essere tenuti in concomitanza coi TIC. Per gli U13, il raduno serve anche a individuare i prospetti da inserire nei Pôle Espoirs.
  • Tournois Inter Ligues (TIL) – Tornei disputati da selezioni regionali per diverse categorie d’età (U13, U14 e U15): anche qui c’è una fase nazionale.
  • Camps Inter Ligues (CIL) – Stage di quattro giorni per le categorie U13 e U14 e che possono essere organizzati in concomitanza coi TIL.
  • Camps Inter Zones (CIZ) – Raduno annuale della durata di quattro giorni (allenamenti e partite) per un totale di 128 partecipanti: 8 giocatori e 8 giocatrici per ognuna delle 7 zone (gruppi di regioni e territori d’oltremare) più una delegazione dell’Ile-de-France. Sono selezioni composte dai migliori U15 più il miglior U14 di ogni zona.
  • Camp National – Per cinque giorni, 30 ragazzi e 30 ragazze (U15) vengono radunati ogni anno a Bourges nel mese di dicembre al fine d’essere valutati dagli allenatori del CFBB. Si tratta d’una tappa intermedia fra i CIZ e la cosiddetta semaine de détection, ovvero la prova finale che può aprire le porte del Pôle France. Il lavoro svolto serve a verificare le capacità tecniche e fisiche dei ragazzi ma anche – nei limiti del possibile data l’età dei soggetti in questione – la predisposizione mentale rispetto a un progetto di lungo corso che mira a creare, un giorno, dei giocatori professionisti.
La mappa dei Pôle Espoirs in Francia. Circa metà di questi centri hanno sede in strutture pubbliche, i CREPS (Centre de Ressources, d’Expertise et de Performance Sportive)

Come appena accennato, nel mese di marzo di ogni anno viene tenuta la semaine de détection attraverso la quale, da due gruppi di 20 ragazzi e di 20 ragazze, vengono scelti i nuovi membri del CFBB. Il numero dei selezionati finali varia di anno in anno in base ai posti lasciati liberi da chi, nel frattempo, ha terminato il proprio percorso nell’accademia – da un minimo di 8 a un massimo di 12.

Si tratta di sette giorni estremamente intensi e stressanti, fatti di test di vario tipo:

  • Allenamenti – Creazione di situazioni che rivelino l’allenabilità di un ragazzo, ovvero se è incline a comprendere il gioco, memorizzare ed eseguire. Per gli esterni, si tiene conto particolarmente di qualità tecniche precoci rispetto all’età. Per tutti, e per i lunghi in particolare, vengono prese in grande considerazione le qualità fisiche. L’attenzione verso la taglia, del resto, non è cosa recente né confinata al Pôle France: da diversi anni, la Federazione organizza regolarmente dei raduni di cinque giorni – i cosiddetti TGG (Très Grands Gabarits) – dedicati esclusivamente a giocatori e giocatrici d’altezza imponente e d’età molto giovane.
  • Test fisici – Valutare chi è più o meno sviluppato in termini di rapidità, potenza e resistenza. Individuare chi sembra avere più possibilità di rispettare le previsioni ipotizzate sullo sviluppo fisico a venire, benché un certo numero di sorprese, in negativo o in positivo, siano inevitabili. Viene inoltre tenuto conto dell’aspetto mentale, ovvero chi è più capace di gestire la fatica e spingersi il più possibile verso i propri limiti.
  • Visite mediche e test di fisioterapia – Redazione d’una sintesi dello stato di salute generale del ragazzo tenendo conto di eventuali punti interrogativi legati al suo passato. Lavoro di prevenzione relativo ai rischi maggiormente legati alla disciplina: test per analizzare qualità e difetti relativi al salto.
  • Interviste – Ancora una volta, ciò che viene ricercato è il massimo possibile individuabile di stabilità mentale ed emotiva. “Determinazione” è la parole-chiave: trovare un ragazzo che, a dispetto delle diverse situazioni, ha un obiettivo e cerca in ogni modo di conseguirlo.

 

Il doppio progetto

In Francia, il livello d’integrazione fra sport e scuola è decisamente più alto di quanto non sia in Italia. Certo, anche nella patria della Rivoluzione, l’égalité non è assoluta e – pur rimanendo nell’ambito pubblico – un istituto d’una banlieue a nord di Parigi mai e poi mai disporrà di mezzi paragonabili a quelli d’uno del benestante 16° arrondissement. Ciononostante, le possibilità di praticare uno sport in ambito scolastico, o all’esterno di esso senza che ciò sia d’intralcio allo studio, sono generalmente alte: è parte integrante della cultura del paese e del suo concetto d’educazione pubblica. Non è un caso, dunque, che anche nello specifico del CFBB l’attenzione rivolta al percorso d’istruzione degli atleti sia massima.

Il Centro, infatti, si prodiga nel mettere in pratica quel che chiama un double projet, uno scolastico e uno sportivo. I giovani del CFBB risiedono nella struttura dell’INSEP: lo studio e gli allenamenti sono programmati nel modo più armonico possibile. Salvo il venerdì mattina, sono i professori degli istituti più vicini a recarsi nella struttura di Vincennes per tenere lezione in orari adattati all’attività agonistica (7:45-10:35, 14:15-16:15). A ciò si aggiunge un sostegno scolastico individualizzato con due sere a settimana di studio accompagnato. Da diversi anni, tutti i ragazzi e le ragazze dell’INSEP hanno passato l’esame di maturità. Se così non fosse, «i genitori non ci affiderebbero i loro figli», dice il coach Grégory Halin: «Il nostro è un impegno a mantenere un equilibrio affinché gli studi siano seri mentre, allo stesso tempo, si porta avanti un progetto sportivo nelle migliori condizioni».

Il progetto sportivo comprende alcuni aspetti che abbiamo già menzionato qui in precedenza ma anche altri che vanno al di là della pratica sportiva in sé e per sé. Il sito della Federazione francese lo sintetizza in sette punti:

  1. Individuare e reclutare i migliori prospetti di ogni annata.
  2. Tracciare, per ciascuno, un progetto sportivo individualizzato all’interno d’un progetto collettivo.
  3. Formare le nostre giocatrici e i nostri giocatori affinché diventino cestiste/i professioniste/i.
  4. Educare i giovani a diventare dei buoni cittadini e degli sportivi integri. Insegnare loro a rispettare gli altri, le regole e a dare il meglio di sé stessi.
  5. Imparare ad allenarsi per migliorarsi, fissando degli obiettivi alti ma realizzabili.
  6. Preparare le giocatrici e i giocatori, individualmente e collettivamente, a giocare in campionati d’alto livello per acquisire esperienza. Mettere a frutto tale esperienza nelle prestazioni con le selezioni nazionali nelle competizioni internazionali giovanili.
  7. Accompagnare e orientare le giocatrici e i giocatori verso i club professionistici.

 

Le strutture a disposizione

Gli sforzi economici profusi dall’INSEP negli ultimi anni sono stati notevoli e facilmente riscontrabili nella quantità di strutture nuove (o rinnovate) che compongono il Centro: due campi da gioco (precedentemente ce n’era uno solo), una sala pesi e una di fisioterapia, sale riunioni e uffici nuovi. A queste strutture a uso esclusivo del CFBB si aggiungono poi altre sfruttate in condominio coi centri di altre discipline sportive: piste d’atletica – al coperto e all’aria aperta – saune, bagni caldi e freddi, piscine e altro ancora.

 

 

Oltre l’élite: i Centri di Formazione

L’ingresso al CFBB è, come abbiamo visto, riservato a un numero ristretto di giocatori. Gli altri prospetti che aspirano a una carriera professionistica possono entrare a far parte dei Centres de Formation, ovvero delle strutture direttamente legate ai club.

Le formazioni che militano nella Pro A sono le uniche ad avere l’obbligo di gestirne uno: in Francia si contano attualmente tredici Centri di Formazione affiliati a squadre al di sotto della massima serie (dodici di Pro B e uno di NM1). Secondo il blog Dans Ton Sport, il budget necessario per mandare avanti un Centro si aggira attorno ai 400mila euro.

Anche in questo caso, l’istruzione gioca un ruolo importante: la media scolastica è spesso determinante ai fini dell’integrazione nella squadra e l’organizzazione delle lezioni ricalca i principi visti in precedenza col CFBB. I ragazzi degli Antibes Sharks, per esempio, sono iscritti a un liceo della città e inseriti in classi create ad hoc dove possono frequentare le lezioni con orari adattati alle loro esigenze sportive (dalle 10:00 alle 16:00).

Contrariamente a quanto accade col CFBB, è possibile accedere a un Centro in diversi modi: candidature presentate formalmente dai giocatori, passaparola o conoscenze comuni fra addetti ai lavori e allenatori di un Centro. I reclutatori, in genere, puntano molto su giocatori d’alta statura, talvolta preferendoli ad altri più piccoli anche se tecnicamente più pronti: «Un giocatore può essere un principiante», racconta sempre a Dans Ton Sport il responsabile d’un centro: «Se è più alto d’un metro e novantacinque, lo si prende comunque anche se è cento volte meno buono d’un altro con una decina d’anni di basket alle spalle. Cerchiamo il prodotto raro».

Una tendenza, questa, che può persino portare a scelte completamente opposte, pur di trarre forza da un punto debole: è il caso del JL Bourg-en-Bresse, squadra di Pro B. Questo club, trovandosi in difficoltà nel reclutare o trattenere prospetti d’una certa altezza, ha deciso tre anni fa di puntare esclusivamente su esterni e lanciare la sua Ecole des Meneurs-Arrières – letteralmente, “Scuola di play-guardia”. Come racconta Romain Villachon su Eurohopes, i giocatori della EMA «nei primi anni, lavorano molto sulle capacità di trattamento del pallone e sulla corsa. […] Fra le categorie U15 e U18, lo staff introduce nel loro sviluppo il lavoro coi lunghi al fine di migliorarne il QI cestistico e aumentarne le capacità di lettura. […] In questa prima scuola francese focalizzata sulle guardie, il progetto è specificatamente quello di lavorare sulla maturità e il QI dei giocatori, e si spera che possa diventare un punto di riferimento per gli esterni del paese».

 

 

© photo: FFBB

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