INTERVISTE

“Time-out con il Coach” – Germano D’Arcangeli

Inauguriamo la nuova rubrica “Time-out con il Coach”, con la gentile partecipazione di Germano D’Arcangeli, Head-Coach e e Responsabile del Settore Giovanile della Stella Azzurra Roma, cha ha avuto la disponibilità di rispondere ad alcune nostre domande.


– Qual è la sua visione sulla pallacanestro giovanile italiana in questo momento? C’è qualcosa in particolare che cambierebbe?

La questione è veramente complicata. Una risposta ha diverse sfaccettature e avrebbe bisogno di ore di conversazione. Una ricetta applicata la quale si ottiene questo genere di risultato secondo me non esiste. Bisognerebbe adottare tante cose insieme, una sorta di piano Marshall, un New Deal del basket, soprattutto dei giovani. Bisognerebbe semplificare un po’ le regole, perché forse adesso ce ne sono troppe. Bisognerebbe trovare il modo di avere una certezza di programmazione nel tempo che consenta un po’ più di fantasia, di sperimentazione a chi lavora dentro al basket, per cui la grammatica della fantasia si sviluppa soltanto se ci sono dei confini certi entro i quali muoversi e non un tavolo da gioco che cambia sempre. Nel momento in cui cominci a studiare le regole del burraco e tutto si trasforma in scopone scientifico quasi ti passa la voglia. Poi ci dovrebbe essere una professionalità espressa con figure che vengono anche tutelate giuslavoristicamente, perché oggi è tutto un po’ affidato all’entusiasmo e all’eroismo di certe persone, ma per ottenere dei risultati serve una filiera, anche la più corta possibile, che abbia concetti aziendali, bisogna che le persone che ci lavorano dentro vengono trattate come se effettivamente svolgessero, perché poi lo è, un lavoro delicato e quindi retribuite, protette, tranquillizzate da cose che, comunque, nel basket non ci sono. 

– Per quanto riguarda le nazionali giovanili, cosa ne pensa? C’è qualcosa che farebbe in modo diverso?

Per le nazionali, e in particolare quelle giovanili, il tema è ben più complesso. In questo momento storico io sposterei l’attenzione su una comunicazione mirata che voi, come Italhoop, fate bene e alla gente piace e che, forse, deve fare anche chi gestisce quelle nazionali. Bisognerebbe, infatti, fare storytelling sul basket che non diventi legato a un fatto di cronaca, ma far sì che la cronaca diventi costume, che ci siano delle storie da raccontare, a cui la gente possa appassionarsi, che possa seguire, che possa far capire che dietro a un giocatore, una giocata, un club, c’è sempre una storia, che sempre di meno raccontiamo e sempre di meno interessa. Si parla solamente di una partita, di diritti televisivi, ma quella è la storia agonistica del basket. Ci sono tante altre cose che si possono dire, vendere per arrivare a ottenere proselitismo, entusiasmo rispetto a questa cosa. 

– Un argomento molto discusso è il Minibasket, cosa ne pensa di quello che viene fatto e della metodologia attuale? 

Crescere per imparare a stare con gli altri e divertirsi. Il Minibasket è una scuola di vita dove vengono impartiti i valori della disciplina, sacrificio e sportività.

– Quali sono le caratteristiche principali e la filosofia del suo club? 

Siamo una scuola di formazione, un vero e proprio istituto professionale. Il numero maggiore possibile di giocatori professionisti o di laureati ci soddisfa appieno. Vincere per noi significa questo. Credo che molte società stiano seguendo questa strada o sinceramente almeno me lo auguro.

– In serie A e A2 non sono molti i giovani che trovano spazio, perché? Non c’è fiducia o non sono preparati?

Bisogna trovare un giusto equilibrio tra entità che il campanile, la città, il club più di altre parti del mondo in Italia rappresenta. Come dicono quelli saggi, la coniugazione nasce con la libertà di poter sperimentare, arrivare ad avere seconde squadre, idee di gioco che possano essere anche legate più all’entertainment che allo sport. 

– C’è un qualche pensiero o idea che avrebbe voglia di condividere?

Anche nei momenti più difficili, bisogna trovare la forza di continuare … larger than life


Ancora un ringraziamento da parte di ItalHoop a Coach D’Arcangeli alla quale auguriamo un buon proseguo di stagione.

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