Serie A

LBA Serie A – Analizziamo assieme l’utilizzo dei giovani

Giovani talenti italiani emergono nel basket di serie A: un’analisi sulle opportunità e il futuro della nazionale

La tabella presente nel link soprastante prende in considerazione tutti gli under25 (nati nel 1998 e seguenti) italiani che sono scesi in campo nella stagione regolare del campionato LBA.

Indipendentemente dai premi “under” messi in palio dalla Lega, che si possono trovare a questo link https://www.legabasket.it/content/news/127134/minutaggi/, quali sono i giovani italiani realmente impiegati da allenatori e club al massimo livello nazionale? Che futuro potrà avere la nostra nazionale? In che modo allenatori e club contribuiscono alla crescita e all’affermarsi della nazionale italiana?

Tra le squadre di punta, Milano ha fatto un utilizzo marginale del talentuoso classe ’98 Tommaso Baldasso. Tuttavia, giocatori come Andrea Mezzanotte, anch’egli del 1998, hanno trovato una rotazione stabile nella squadra di Brindisi. Napoli, invece, ha dato pochissimo spazio al classe 2000 Nicolò Dellosto, limitandone le responsabilità e il minutaggio.

La Virtus Bologna ha potuto contare sul talento del classe 2001, Nico Mannion, che si è dimostrato un protagonista sul parquet, nonostante alcuni problemi di infortunio. Al contrario, il compagno di squadra Pajola, classe ’99, ha avuto meno opportunità a causa di un lungo periodo di inattività. A Pesaro, i classe ’98 Davide Moretti e Riccardo Visconti hanno avuto un ruolo attivo e di rilievo grazie all’impiego costante da parte di coach Repesa.

Matteo Spagnolo (12 punti di media con 3,6 rimbalzi e 3 assist) ha guidato Trento ai Playoff, anche grazie all’apporto di Luca Conti (2000) e Maximilian Ladurner (2001), stabilmente nelle rotazioni di coach Molin.

Le due squadre retrocesse, Trieste e Verona, hanno dato spazio a una nuova generazione di giocatori italiani. Lever (classe ’98), Deangeli (classe 2000), Casarin (classe 2003) e Udom (classe 2000) hanno ricevuto l’opportunità di giocare nella massima serie, insieme al più esperto Bortolani (classe 2000). Si spera che questi giovani talenti possano continuare a mostrare il loro valore nella prossima stagione, magari con una maglia diversa in serie A.

Un’altra storia di successo è stata quella del classe 2001 di Reggio Emilia, Diouf. Grazie all’arrivo dell’allenatore Sakota, Diouf ha visto aumentare il minutaggio e le responsabilità, diventando uno dei protagonisti della cavalcata finale per la salvezza della squadra.

È interessante notare che sono stati principalmente gli allenatori stranieri del campionato italiano a dare fiducia e valorizzare i giovani italiani under 25. Marcelo Nicola a Treviso ha lanciato il giovanissimo Leonardo Faggian (classe 2004) proveniente dal settore giovanile, mentre Matt Brase a Varese ha permesso al talento campano Guglielmo Caruso (classe 1999) di esprimersi al meglio. Inoltre, Brase ha dato spazio anche al playmaker Matteo Librizzi (classe 2002). Questi allenatori hanno dimostrato la loro volontà di puntare sui giovani italiani provenienti dai settori giovanili, fornendo loro opportunità concrete di crescita.

Per quanto riguarda la nazionale italiana under 19, che vinse la medaglia d’argento in Egitto con i classe 1998 e 1999, ci si domanda dove siano finiti tutti questi talenti e se avranno un ruolo da protagonisti nei prossimi anni. Alcuni di loro, come Mannion e Moretti, stanno già facendo il salto nel basket professionistico, mentre altri si stanno facendo strada gradualmente. Il futuro della nazionale dipenderà in gran parte dalle opportunità che questi giovani riceveranno e dal modo in cui sapranno sfruttarle.

Tuttavia, bisogna chiedersi perché così pochi ragazzi provenienti dai settori giovanili abbiano avuto l’opportunità di giocare con la prima squadra. Questo potrebbe essere attribuito a vari fattori, come la pressione per ottenere risultati immediati e la preferenza per giocatori più esperti. Nonostante ciò, gli allenatori stranieri hanno dimostrato che puntare sui giovani italiani può portare a risultati positivi, come dimostrato dai successi di Faggian, Ladurner, Diouf, Librizzi, Deangeli e Pajola.

(Foto fonte Facebook Aquila Trento)

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