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FOCUS su Luca Campogrande

Il focus su Luca Campogrande, alla sua seconda stagione di Serie A2 con la maglia della Fortitudo Bologna.

di Nicolò Bergolari

Dopo i focus su Leonardo Totè, Davide MorettiLeonardo Candi e Davide Alviti, ci concentriamo oggi su Luca Campogrande.

Alla sua seconda stagione consecutiva con la Fortitudo Bologna, Luca Campogrande (1996) è alla ricerca della definitiva consacrazione tra i professionisti. Quest’anno rappresenta infatti un importante punto di svolta per il nativo di Roma che, completato il percorso giovanile la scorsa stagione con l’ultimo campionato DNG, si trova ora a completa disposizione di coach Boniciolli.

Dopo un eccellente finale di stagione 2015/16 in maglia Effe – memorabile la sua prestazione in gara-2 di finale a Brescia, dove concluse la partita con 16 punti – e tante ottime caratteristiche mostrate ai raduni con la nazionale Under 20 (che avevano fatto credere in una sua convocazione anche con la rappresentativa di categoria), Luca sta confermando quelle che erano le speranze di molti tifosi fortitudini ed addetti ai lavori.

In una squadra costruita dichiaratamente per salire di categoria, con dieci giocatori in grado di reggere il campo, Campogrande sta dimostrando di meritare minuti e fiducia sia da parte dei compagni che dell’allenatore. Ad oggi, dopo 9 partite di campionato disputate, le cifre parlano infatti di 16.3 minuti di media giocati, 3.3 punti a partita realizzati con il 42% al tiro oltre la linea dei 6,75, poco meno di 3 rimbalzi ed 1 assist ad allacciata di scarpa.

Al di là dei numeri ciò che si può leggere è sicuramente una maggior fiducia sia da parte di Boniciolli che nel giocatore stesso verso i propri mezzi. Meno timido di quanto avesse fatto vedere lo scorso anno, fino ad ora ha mostrato non solo di poter essere un tiratore micidiale dall’arco dei 3 punti ma anche di poter fare tante piccole cose per la squadra. Oltre ad aver concretizzato la sua affidabilità nel palleggio-arresto-tiro, quando chiamato sul parquet si è fatto valere maggiormente anche a rimbalzo e nella metà campo difensiva.

A certificare quanto appena detto la sua ottima prestazione contro Ravenna dello scorso 16 ottobre, partita nella quale è stato in campo ben 28 minuti, sfoderando quella che fino ad ora è stata la sua migliore prestazione. Con 11 punti realizzati, di cui 9 arrivati da tre triple, 3 rimbalzi, 4 assist (a fronte di zero palle perse) ed una stoppata ha guidato la Fortitudo Bologna ad una importante vittoria, dimostrando di poter garantire qualità e sostanza.

Proprio quei 4 assist realizzati contro la squadra romagnola fanno pensare a quanto detto da coach Boniciolli quest’estate, ovvero di avere come uno dei progetti principali quello di sviluppare Campogrande (firmato con un contratto biennale) nel ruolo di playmaker.

Non a caso anche lo scorso anno nella squadra Under 20 allenata da Bebo Breveglieri, sotto consiglio del coach triestino, era piuttosto comune vede Luca in campo come portatore di palla ed iniziatore dei giochi offensivi.

Nonostante le tante buone cose dimostrate fino ad ora, l’ex Sam Basket Roma non ha ancora nelle sue corde la possibilità di gestire un’intera partita come point guard. L’addio a Roberts e il tesseramento di Nikolic fanno però pensare alla possibilità di vederlo in campo in un ruolo sicuramente a lui più congeniale per il momento, ovvero quello di guardia tiratrice, sebbene nelle ultime due partite (coincise comunque con due importanti vittorie per la squadra) il minutaggio non sia stato elevato come nelle prime uscite (addirittura in panchina per 40 minuti nella trasferta di Jesi).

I progressi ad oggi rimangono comunque evidenti così come lo sono le sue qualità. Con i suoi 198cm, braccia lunghissime e piedi piuttosto veloci, Luca è anche un temibile difensore in grado di infastidire e contenere tutti gli esterni che giochino dall’1 al 3. Ancora di più, grazie a fisico e Q.I. cestistico elevato, è a livello di squadra che riesce ad impensierire gli attacchi avversari, ribadendo così la sua duttilità in campo.

Conosciuto inizialmente come tiratore, “Bigfield” sta pian piano crescendo in vari aspetti del gioco – mantenendo comunque una notevole pericolosità dalla linea dei 3 punti – grazie ad un percorso che in un paio di anni lo porterà a trovare la sua dimensione in campo.

 

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